Costa est Sardegna
Da Costa Rei a Capo Coda Cavallo
Oltre l’Isola di Serpentara il mio periplo vira a nord e dal mare aperto si scorge Costa Rei con sullo sfondo, molto lontano ma ben visibile il promontorio selvaggio di Capo Ferrato. La costa est della Sardegna per me inizia a Cala Sinzias appena fuori dai confini dell’Area Marina Protetta di Capo Carbonara.
Tra Villasimius e Costa Rei
Sulla strada panoramica che da Villasimius va a Cala Pira e a Costa Rei, un piccolo nuraghe semidistrutto è posizionati a controllo del mare. I Nuraghe sono delle torri antichissime, risalgono al II millennio a.C. ed in questo tratto di costa sud orientale della Sardegna che va da Capo Carbonara a Quirra, la densità di “nuraghi” è la più elevata di buona parte della costa sarda, ne sono stati catalogati un centinaio. Oggi sono spesso un tutt’uno con ciò che rimane delle cosiddette “torri saracene”. Nelle loro mura si conservano infatti i resti dei nuraghi sui quali furono costruite. Nell’interno dell’isola i nuraghi sono di maggiori dimensioni e di più complessa struttura; ed anche i più studiati. Su questa costa est della Sardegna ho già fotografato nuraghe sul mare: Nuraghe Mannu e il Nuraghe Golunie. Cercare paesaggi sul mare di una preistoria sarda mi affascina molto, immagini tra mare e terra capaci ancora di evocare di antichissime identità del Mar Tirreno.
Etruschi, Sardi e Shardana
Il Golfo di Cagliari è l’ingresso del Mar Tirreno, per chi proviene da ponente. Tirreno viene da “Tirreni”, il nome che gli antichi Greci davano agli Etruschi. “Tyrsenoi” deriverebbe infatti da “tyrsis”, torre, etimologia che viene messa in rapporto a genti che abitavano in luoghi arroccati e dedite ad attività piratesche. Queste coste sarde sembrano i luoghi ideali dove collocare tali “genti” dedite alla pirateria. Alcuni studiosi confermano l’ipotesi che anche i Sardi fossero stati dei temuti pirati e che quindi siano stati un popolo di navigatori. Ed in effetti di un popolo del mare guerriero installatosi in un’isola parlano bassorilievi e iscrizioni del 1300 a.C. nel tempio di Amenofi IV in Egitto. Un popolo che gli Egizi chiamarono “Shardana”. Leggi l’articolo “Popoli del Mare” che ho scritto su questo blog.
Costa Rei
Passai da Costa Rei nei primi anni ’80 è si stavano costruendo molti edifici. Pensavo si stesse compiendo un sacrilegio, una devastazione di un tratto di costa bellissimo. Passano gli anni e ci tornai dal mare. Le case che vidi costruire un decennio prima quasi non si vedevano. Un vegetazione rigogliosa nascondeva molto bene tale cementificazione. Per fortuna furono costruiti solo edifici bassi ad un solo piano. Grattacieli e follie palazzinare italiche qui non sono state realizzate. La costa est della Sardegna ha corso questo pericolo., Una cementificazione incontrollata per fortuna è rimasta dei limiti anche grazie alle leggi di tutela al paesaggio.
Capo Ferrato
A Porto Pirastu termina la lunghissima spiaggia di Costa Rei. Siamo a ridosso del promontorio di Capo Ferrato. La spiaggia di Pirastro è un paesaggio della costa est della Sardegna che ho scoperto da poco. Un masso monolitico di granito è il guardiano della piccola spiaggia. Una strada bianca porta al capo e al faro. Altre stradine collegano piccole baie con spiagge quasi sempre deserte anche in estate.
Da Porto Corallo a Capo San Lorenzo
Superato Capo Ferrato, in direzione nord, questa costa est della Sardegna ha diversi specchi d’acqua, lagune e stagni in riva al mare. Un porto turistico nel territorio di Villa Putzu evoca la pesca del corallo in Sardegna: Porto Corallo è il suo nome. La pesca del corallo in Sardegna è molto controllata ed è solo concessa a subacquei professionisti che prelevano il corallo in maniera molto selettiva, a mano, con la piccozza. Subacquei molto esperti che si immergono a grandi profondità. Sono anni che non si pesca più il corallo con reti a strascico. Una tecnica molto antica che ha messo in pericolo la sopravvivenza del corallo in Sardegna.
Corallo rosso
Il corallo rosso (rubrum) è endemismo mediterraneo molto prezioso e ricercato. La costa est della Sardegna è stata sempre frequentata dai ponzesi. Gente del Golfo di Napoli, di Ischia e Torre del Greco emigrati a Ponza fin dal 1700, erano specializzati nella pesca del corallo e di aragoste. Folco Quilici, con cui feci un libro fotografico sull’Area Marina Protetta di Capo Carbonara (Villasimius) mi raccontò di un incontro negli anni cinquanta con dei pescatori in acque non molto lontano da qui. Una lancia a remi proveniente dal largo con diversi uomini a bordo aveva appena preso terra sull’Isola di Serpentara. Rimase sbigottito quando gli dissero che erano ponzesi che avevano appena attraversato il Tirreno solo con la forza delle loro braccia.
Cala Murtas
Cala Murtas a Quirra merita di essere menzionata in questa lunga “carrellata” di paesaggi costieri della Sardegna. Si trova all’interno di un’altra zona militare (Poligono Interforze del Salto di Quirra). L’estate l’accesso è consentito. In elicottero a causa delle servitù militare non è possibile volarci sopra. La zona è molto vasta e in gran parte si estende all’interno, nel territorio del paese di Perdasdefogu. In mare termina nelle alture di Capo San Lorenzo e la Spiaggia di Quirra è il suo limite meridionale. Un isolotto al largo (Isola di Quirra) arricchisce lo sfondo di questo paesaggio costiero. Uno stagno pieno di uccelli è sottofondo sonoro quando il mare e il vento tacciono.
Cala Luas
Questo tratto di costa est della Sardegna che va da Capo Sferracavallo a Marina di Cardedu, l’ho esplorata per mare, in gommone. Cala Luas (Cala E’ Luas) è tutta di graniti rossi arancio ed è il paesaggio costiero più interessante. La natura è incontaminata. A Capo d’Asta, ecco un’altra piccola baia con la sua spiaggia (Su Sirboni) che meriterebbe una foto. Purtroppo un complesso turistico abbandonato rompe l’incanto. Si tratta di una grande operazione immobiliare che venne bloccata negli anni settanta. Si dovevano costruire 250mila metri cubi di residenze turistiche con attrezzature e servizi a due passi dal mare. La spiaggia non è accessibile da terra. La proprietà dei terreni (Soc. Baia Gairo) non permette il transito per raggiungerla. Incredibile come un luogo così bello possa essere irraggiungibile per questioni legali. Guarda dal satellite (Google Maps) gli edifici abbandonati a pochi metri dalla Spiaggia di Su Sirboni.
Torre Barì
Una torre saracena e due lunghe spiagge ai lati sono il paesaggio costiero di Torre Barì. Allora, ancora adolescente, appena finito le scuole mi faceva da assistente mio figlio Paolo. Fece un foto molto particolare ad un uccello acquatico con una compatta scafandrata che si portava sempre dietro. Lo avevo lasciato a guardia del gommone. Eravamo sbarcati sulla spiaggia di Torre Barì per andare a comprare qualcosa di fresco da bere. Non sono mai riuscito a capire come fu capace a fargli quasi un primo piano con un grandangolo. Riuscì a fotografarlo ad una distanza di qualche decina di centimetri. Il Marangone dal Ciuffo è un uccello marino molto difficile da avvicinare. Come si sente minacciato vola via o si immerge in un attimo. Questo scatto mi piace moltissimo perché sullo sfondo si vede la Torre. Un paesaggio costiero davvero insolito.
Faraglioni di Cea
Da Capo Sferracavallo la costa est della Sardegna ha graniti molto colorati, al tramonto si infuocano e diventano molto scenografici con sfumature rosso ruggine molto intense. Al largo della spiaggia di Cea due piccoli faraglioni mostrano questo granito in tutta la loro intensità cromatica. Un colore che ad Arbatax e sull’Isola di Ogliastra si interrompe per dare inizio al massiccio di Supramonte. Paesaggi costieri grandiosi tra i più imponenti della Sardegna e che negli ultimi anni stanno avendo un grande successo turistico.
Pedra Longa
Pedra Longa è una piramide naturale, una ciclopica guglia di roccia calcarea alta 126 metri a picco sul mare. Un monumento naturale visibile anche in alto mare. Un paesaggio costiero davvero notevole. A Pedra Longa esiste una strada ed un nucleo di case. Da qui in poi verso nord non esistono strade percorribili in auto. L’esplorazione e la visita più agevole di questo grandioso e montuoso tratto di costa est della Sardegna è via mare. Su queste montagne esistono sentieri ed escursioni molto impegnative. Itinerari montani affrontabili solo con guide del luogo e abbigliamento adeguato. Da Pedra Longa parte l’itinerario “Selvaggio Blu” un trekking molto impegnativo che attraversa per 40 km il territorio del Supramonte di Baunei, una delle aree costiere più integre ed intatte di tutto il Mediterraneo.
Baunei contro Google
Divertente la disputa che si è risolta da poco tra il sindaco di Baunei e Google. Il sindaco da un po’ di tempo piazzava cartelli sulle strade sterrate di questo territorio montuoso avvisando che le informazioni di Google Maps non erano attendibili. Troppi turisti si erano avventurati con le loro auto su strade impraticabili solo perché Google le aveva tracciate come vere carrozzabili che portano alle spiagge. Il sindaco ogni estate doveva mandare a soccorrere tanti sprovveduti che rimanevano intrappolati con le loro macchine su sentieri e mulattiere di montagna. Inoltre i turisti affrontavano questi monti in costume da bagno ed infradito. Pare che Google abbia ammesso le sue colpe ed aggiornato le sue mappe di questo selvaggio territorio della Sardegna. Leggi l’articolo del Corriere della Sera che parla di questa vicenda.
Golfo di Orosei
Il Golfo di Orosei è la costa dei massicci montuosi (Supramonte) del centro della Sardegna che di colpo precipitano in mare. Ma queste altissime montagne non si immergono subito nelle profondità abissali del Tirreno. Un basso fondale segue quasi tutte queste verticali pareti montuose. Il fascino del golfo sta tutto qui, la trasparenze di un acqua cristallina colora e diffonde la luce riflessa dal bassofondo a volte sabbioso, a volte di roccia bianchissima. L’accesso principale di questo grande golfo è Cala Gonone, con il suo piccolo porto è il centro da cui partire per visitare via mare le meraviglie del Golfo di Orosei.
Cala Luna
Una delle poche spiagge del golfo di Orosei è Cala Luna. Una spiaggia che ha anche nella sua parte laterale del canyon alcune grotte. In estate questo luogo straordinario perde molto del suo fascino. Tanti turisti, portati da grandi barconi, vengono su questa spiaggia a passare la giornata come se fossero a Riccione o Forte dei Marmi. Ci sono stato appena prima dell’inizio dell’estate (giugno). Diversi pedalò erano già sistemati sulla spiaggia. Questi orribili trabiccoli nautici trasformano ogni paesaggio costiero in stabilimento balneare. Non avrei mai pensato che anche Cala Luna avesse bisogno di un tuffo dal pedalò per essere goduta.
Cala Goloritzè
A Cala Goloritzè una piccola spiaggia si fa spazio tra rocce di candido calcare; un arco naturale si immerge in mare sotto un menhir di dimensioni ciclopiche; la sabbia del fondo della piccola baia colora tutto di riflessi azzurri. Il paesaggio di questo grandioso pezzo di Sardegna immerso nel mare ha due dimensioni molto piacevoli quando arriva la bella stagione, il sole scalda e brucia solo per poche ore, nel primo pomeriggio sopraggiunge l’ombra che rimette in moto l’aria e il mare con una brezza leggera e rigenerante.
Nuraghe Mannu
Un nuraghe sul mare finalmente riesco a trovarlo. Non è stato facile trovare un nuraghe sulla costa, perché molte torri costiere costruite dagli spagnoli ne hanno preso il posto dopo quasi 2500 anni. I nuraghi dell’interno dell’isola invece sono più numerosi e sono presenze comuni nel paesaggio sardo. Il nuraghe è dalle parti di Cala Gonone, … continua a leggere il mio articolo: Popoli del Mare su questo sito. [LUCA TAMAGNINI]
Da Cala Ginepro a Capo Comino
Tra Cala Ginepro e Capo Comino la costa è un susseguirsi di spiagge infinite. Una dorsale montuosa scende dolcemente verso il mare, ricoperti da rimboschimenti e macchia naturale controllati e coltivati dall’Agenzia Regionale che gestisce le foreste di tutta l’isola (Sardegna Foreste). Nessun stabilimento balneare, nessun edificio, su queste spiagge incontaminate. L’armonia di questo paesaggio costiero è un capolavoro del Mediterraneo. Un’area molto vasta, salvata dal cemento dei villaggi turistici e delle seconde case.
Spiagge di Bidderosa e Berchida
Conosciuta come “Oasi Bidderosa” ma anche come “Berchida” (dalla foce del Rio Berchida) è la passeggiata in riva al mare più bella di tutta la Sardegna. Ginepri secolari a due passi dal mare, sono una presenza selvatica, primordiale. Un mare poco profondo colora l’acqua di tonalità chiare anche molto al largo. Questo paradiso costiero non finisce a Capo Comino. L’Isola Rossa e le dune di Capo Comino sono un paesaggio costiero altrettanto notevole. Sullo sfondo si incomincia a percepire la sagoma lontana di Tavolara. Questo lungo periplo sta avvicinandosi alla sua conclusione.
Posada
Il piccolo centro di Santa Lucia ha un lungomare con una Torre saracena ben conservata da cui si ammira un paesaggio che spazia oltre le lunghe spiagge dei territori di Siniscola e Posada. I paesaggi costieri di questa Sardegna orientale a confine tra la provincia di Nuoro e la Gallura di Olbia sono diversi. Il paese di Posada è forse il più originale. Un paese arroccato su una rupe vicino al mare con una storia antica molto particolare. Pare che le sue origini siano etrusche. Infatti vedendola per la prima volta dal cielo mi ha ricordato Orte, Civita di Bagnoregio e i tanti altri paesi arroccati su rupi verticali dell’alto lazio. Città etrusche tra cui Cerveteri (Pyrgi) e Tarquinia che sappiamo essere state molte attive nei commerci marini. Al di là del Tirreno la costa laziale infatti non è poi così molto lontana.
San Teodoro
«Un vento di ponente ha cominciato a soffiare. Alcuni ragazzi sfrecciano con i loro kitesurf colorati. Piccoli gruppi di ragazzi e ragazze a piedi nudi sul bagnasciuga passeggiano, percorrono la lunghissima spiaggia. C’è poca gente a prendere il sole e pochi ombrelloni. Il colore della pelle e dei capelli dei bagnanti mi fa supporre siano del nord Europa. Oltre la spiaggia, le dune, la laguna, i fenicotteri. San Teodoro è un luogo piacevole, l’ho visitato in macchina qualche giorno fa, in una giornata di maltempo che aveva fatto affluire per le strade del paese tanta gente e non sembrava affatto di essere fuori stagione. D’altronde settembre è il mese preferito dai tedeschi e San Teodoro è molto amata e conosciuta in Germania.» [LUCA TAMAGNINI]
Dal libro: Tavolara – da Capo Ceraso a San Teodoro
Brandinchi
Brandinchi è una spiaggia e una bellissima cala, il colore del suo mare è un richiamo vacanziero irresistibile. Sono qui per cercare uno scatto non troppo “cartolina”, anche se l’ideale estetico di una cartolina deve avere una sua dignità, deve stare dentro quei canoni emozionali di una bellezza frivola, spensierata, tipica di ogni ideale vacanza estiva. Non rinnego una voglia di mare che a me come a chiunque sopraggiunge quando arriva il “caldo”. Un tuffo in un mare limpido e fresco è una gioia sensoriale. Un tuffo come attimo fuggente da scolpire nella nostra memoria e richiamare ogni qualvolta quando le trepidazioni cittadine si fanno troppo invadenti. Il mio periplo ideale di tutta la Sardegna è quasi giunto al termine.
A Tavolara si chiude il mio periplo
Sullo sfondo mi riappare la sagoma di Tavolara, l’isola dalla quale sono partito. Il mio viaggio sulle coste sarde “fuori stagione”, si è protratto quasi alle prime settimane estive. Le spiagge incominciano ad essere frequentate dai bagnanti. Le mie primavere sarde sono state non così solitarie, ho trovato una presenza umana in una giusta proporzione; ho incontrato persone che come me cercavano nella natura un desiderio di bellezza e di forza. Gente di mare e di terra, amanti del surf e del “trekking”. Il paesaggio costiero ha in sè una grande potenza evocativa, se sgombriamo la mente e ci lasciamo sopraffare dalla sua immagine ritroviamo pace e serenità, ritroviamo quel senso di eternità e di infinito che il più delle volte sgomentano e ci fanno sentire perduti.
Qui si conclude il mio periplo sardo
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