Costa sud Sardegna
Da Carloforte a Villasimius
Questo periplo fotografico della costa della Sardegna è ora a ridosso del maestrale. La costa sud della Sardegna inizia per me all’Isola Piana di Carloforte, sull’Isola di San Pietro e finisce a Capo Carbonara sulla costa di Villasimius. Dico “per me” perché il sud Sardegna ha confini meno definiti, anche in mare. I confini tra il Mar di Sardegna e il Tirreno è Capo Spartivento, nei pressi di Chia. Oltre Villasimius anche Costa Rei è ancora per molti sud Sardegna. Ma il mio periplo è idealmente marino, ed i confini in mare li fanno i capi, con i lori “ridossi”… un navigare seguendo il sole e le stelle, e dopo Capo Sandalo dell’Isola di San Pietro, la rotta va verso dove sorge il sole e si potranno finalmente vedere le albe nascere dal mare.
Colonne di Carloforte
Due blocchi di basalto verticali sfidano le onde delle tempeste dalla notte dei tempi. Qualche anno fa il mare le ha sfregiate, ne ha cambiato l’aspetto. Sono un paesaggio costiero molto famoso della costa sud della Sardegna. Ci sono tornato nel 2021 e qui mostro la foto dell’unica colonna superstite. Ho impresso questo magnifico paesaggio costiero realizzato su pellicola a lastre 4×5 pollici e l’ho stampata 100 x 100 cm per la serie: I Ciclopi del paesaggio costiero italiano. Leggi anche su questo sito l’articolo: Foto Isola di San Pietro.
La Conca
Il mio periplo qui a La Conca non ha una fotografia da mostrare. Ho inserito questo paesaggio costiero di Carloforte per un motivo più letterario che fotografico. Un’immagine di un recente passato che ho letto in un testo di Francesco Forlani. Parole che danno una visione agghiacciante di un accaduto in questo mare nel 1995. La morte per annegamento di Sergio Atzeni; uno scrittore sardo contemporaneo d’altissimo livello. «Atzeni era rimasto aggrappato allo scoglio per quasi un’ora, mentre le motovedette dei carabinieri cercavano invano di salvarlo». La letteratura italiana ha perso a La Conca un grande scrittore nel pieno della sua maturità artistica. Per chi ama i libri di Atzeni e la Sardegna consiglio di leggere l’intero articolo di Francesco Forlani ” Nella Sardegna magica in cerca di Sergio Atzeni ” pubblicato sulla rivista LEGGENDARIA (n.92).
Mangiabarche
Mangiabarche è il nome di una secca che ha nella sua parte emersa uno scoglio e un piccola isola stretta e lunga con un faro sopra. Siamo nella zona della tonnara di Punta Maggiore a Sant’Antioco. Il mare è quello del canale tra le due isole (San Pietro e Sant’Antioco). Il suo piccolo faro, costruito proprio per segnalare il pericolo di essere “mangiati” dal mare, è un soggetto ideale per un’ottima immagine. Un paesaggio costiero molto famoso e di facile accesso di questa costa sud della Sardegna. Qui vengono molti viaggiatori appassionati di fotografia. Da qui si può assistere a magnifici tramonti con l’Isola di San Pietro sullo sfondo.
L’antica città di Sulcis
Le rovine archeologiche dell’insediamento fenicio-punico di Sulky (Sulcis in epoca romana) hanno dato il nome ha tutto questo territorio della Sardegna. Siamo a Sant’Antioco una quasi isola, un’isola mancata. Un istmo con un canale attraversato da un ponte la collega alla terraferma. Nel Museo Archeologico Ferruccio Barreca di Sant’ Antioco sono conservati reperti di grande valore e di diverse epoche e civiltà anche molto antiche. Una sua visita è doverosa e molto istruttiva per capire e conoscere la storia della Sardegna. L’ho navigata ed esplorata molto bene in gommone qualche anno fa. Diversi paesaggi costieri hanno spiagge, grotte e insenature profonde molto scenografiche e poco conosciute dal turismo.
Sant’Antioco
Calasetta è un porto e un paese tutto bianco, che ha ancora una comunità con forti identità marine. Anche da qui, oltre che da Portoscuso, parte il traghetto per Carloforte (Isola di San Pietro). Lagune e saline sulla terraferma la staccano e la allontanano ancora di più, la fanno sembrare ancora più isola di quello che non è. Una baia con una torre saracena è il paesaggio costiero che mi è più piaciuto. Torre Cannai è il suo nome. L’orizzonte di questa rada color smeraldo è spezzata dalle sagome di tre piccoli e disabitati isolotti: il Vitello, la Vacca e Il Toro. Non hanno la fama di altre isole sarde. A me hanno destato un certo fascino e il desiderio di raggiungerle, soprattutto il Toro così lontana, quasi in alto mare.
Dune di Porto Pino
Siamo dentro un area militare molto ampia. Una costa accessibile solo per qualche mese all’anno. Da qui a Capo Teulada, alla bellissima baia di Porto Zafferano, i militari si esercitano a fare la guerra. Una servitù militare che ha conservato paesaggi costieri senza nessuna costruzione e insediamento umano. Purtroppo le esercitazioni militari hanno lasciato molti detriti bellici. Un inquinamento meno visibile ma inquietante. La bellezza di questi paesaggi costieri è indiscutibile. Molte polemiche riempiono i giornali ogni anno con l’arrivo dell’estate. Rendere più accessibili le spiagge per gli operatori turistici per poterle utilizzare per la balneazione è speculazione politica ricorrente da tanti anni. Una speranza per rilanciare il turismo di questo territorio della costa sud della Sardegna che viveva di risorse minerarie finite fuori mercato con la globalizzazione.
Spiaggia di Tuerredda
Il lungo promontorio di Capo Zafferano protegge la grande baia omonima, un porto naturale che si dice sia stato anticamente un porto fenicio. Qui si trova la famosissima Spiaggia di Tuerredda. In Estate è presa d’assalto come la spiaggia della Pelosa. La piccola Isola di Tuerredda che da il nome alla spiaggia è l’artefice di questo paesaggio costiero bellissimo. Un amica di Italia Nostra, l’associazione che da tanti anni si occupa di salvare il paesaggio italiano, ha recentemente bloccato un cantiere di diverse ville lussuose. Una battaglia legale durata diversi anni. Una vicenda che ha a che fare con un pastore che ha fatto valere un diritto di passaggio del suo gregge nei terreni chiusi da questo cantiere. Leggi l’articolo “Pastore sardo sconfigge colossi edilizia e salva patrimonio naturale” che racconta di questa vicenda legale.
Chia
Ho scritto un articolo su questa importante località marina della Sardegna. I suoi paesaggi costieri le sue spiagge nascondono rovine archeologiche molto antiche. Leggi l’articolo “Chia” su questo blog.
Nora
Un teatro in riva al mare è il luogo più bello da vedere dell’antica città di Nora. Tra le sue gradinate si propaga e si diffonde un sottofondo di risacca. Sotto la Nora romana, la Nora punica e prima ancora quella fenicia. Del mondo fenicio-punico non ci è rimasto nulla, non un testo, nessuna rappresentazione teatrale scritta. I romani hanno cancellato qualsiasi testo scritto punico-cartaginese in tutto il Mediterraneo. Nel Museo Archeologico di Cagliari, come in altri musei mediterranei, maschere teatrali fenicio-puniche sono una evidente traccia che anche questa civiltà aveva una sua tradizione teatrale, una rappresentazione evoluta di sé stessa, con i suoi personaggi reali e ideali. Di tutto ciò ne possiamo immaginare solo lo sfondo, uno sfondo marino sotto il quale gli archeologi stanno lentamente svelando i resti di una città antica ancora in buona parte sotto il livello del mare.
Saline di Santa Gilla
Santa Gilla è una grande laguna e buona parte di essa è stata trasformata in salina. Ho volato su di essa, con l’elicottero, sopra grandi stormi di fenicotteri; la grande pianura del Campidano qui si mischia al mare dolcemente. Su queste distese liquide ho pensato a quella ipotesi sconvolgente e quasi fantastica che la Sardegna potrebbe essere la mitica isola di Atlantide. Gli antichi navigatori del Mediterraneo ci hanno lasciato dei confini del mondo poco precisi. Le colonne d’Ercole ad un certo punto si sono spostate. Prima si trovavano tra la Sicilia e l’Africa, poi sullo Stretto di Gibilterra. Fuori da Gibilterra qualcuno ancora cerca Atlantide, oltre la Sicilia i primi navigatori del Mediterraneo si trovavano di fronte ad una grande isola, la Sardegna appunto. Questa ipotesi è ben scritta e raccontata dal giornalista Sergio Frau: OMPHALOS. Un libro che ho letto e che consiglio.
Cagliari vista dalla Torre di San Pancrazio sullo sfondo porto e il mare / Luca Tamagnini Catalogo 2010-033
Cagliari
Cagliari è una città molto antica (VII sec.a.C.) fondata sempre dai fenici. Le uniche tracce archeologiche di epoca fenicio punica sono le necropoli. Quella di Tuvixeddu è la più estesa e sta ai piedi della rupe su cui si trova il castello, il centro storico di Cagliari. Uno spettacolare anfiteatro scavato nella pietra è l’opera più importante che gli antichi romani hanno costruito a Cagliari. Anticamente la città era quasi del tutto circondata dall’acqua. Il mare e due grandi stagni (Santa Gilla e Molentargius) danno un’impronta molto liquida al paesaggio cittadino. Una numerosa colonia di fenicotteri vive in questi grandi stagni e nelle saline di Cagliari. (Leggi anche l’articolo “Lazzaretto di Cagliari” su questo blog).
I Fenicotteri di Cagliari
Grandi stormi attraversano la città continuamente. Uno spettacolo meraviglioso sempre ben visibile nel cielo di Cagliari. Nel 1993 avvenne un miracolo nella Stagno di Molentargius. I fenicotteri fecero i nidi e diedero alla luce i loro pulcini. Non era mai successo prima. Da allora ogni anno si ripete questo straordinario evento riproduttivo. In mezzo alla città nessuno poteva immaginarsi il ripopolamento del fenicottero. Un animale che vive soprattutto in Africa. Infatti questi uccelli provengono dalla Tunisia, dal Lago di Biserta. I fenicotteri rosa volano dall’Africa alla costa sud della Sardegna, alla costa francese della Camargue per riprodursi e Cagliari è al centro di questa rotta migratoria. Nel 1993 andai a Cagliari per fotografare questo straordinario evento e scattai le foto che qui pubblico.
Cagliari, Stagno di Molentargius, nidificazione di fenicotteri dal cielo (foto aerea) / Luca Tamagnini Catalogo 1993-028
Villasimius
Villasimius è molto conosciuta per le sue lunghe e bellissime spiagge, ed è una delle più importanti località di mare della costa sud della Sardegna. Ho scritto diversi articoli su Villasimius. Se volete approfondire consiglio di leggere e guardare foto e video dell’articolo Foto Villasimius.
Isola di Serpentara
Questa piccola isola nel mare tra Villasimius e Costa Rei è nell’Area Marina Protetta di Capo Carbonara. L’Isola è disabitata ed ha un’unica costruzione, una torre saracena in gravi condizioni di stabilità. La Torre di Serpentara la conosco bene, per saperne di più leggi l’articolo “La Torre di Serpentara” su questo blog.
[LUCA TAMAGNINI]
Continua il mio periplo sardo!
Vai all’articolo: Costa est della Sardegna.
Articolo precedente: Costa ovest della Sardegna.
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