Delta del Po

Inizio questo breve testo con il ricordo di uno scatto fotografico del Delta del Po dall’elicottero. Una visione di questo immenso paesaggio costiero italiano che ho ritratto con il grande formato 6×17, nel luglio del 1990. Un volo con l’elicottero sulle coste adriatiche del nord Italia, dal Delta del Po a Trieste.

Tra Emilia Romagna e Veneto

Il Mare Adriatico è colorato da questo flusso immenso di acqua dolce. Una foto che ho pubblicato nel mio nuovo libro Italia Paesaggio Costiero. Il Delta del Po è un paesaggio costiero tra due regioni italiane: il Veneto e l’Emilia Romagna. Il Po raccoglie tutti i fiumi della Pianura Padana, sia quelli che scendono dalle Alpi che quelli dell’Appennino. Il Delta del Po ha tante “bocche”. “Bocca” è un termine che ha un significato quasi inverso alla parola “delta”. Delta definisce una foce di un fiume che avanza e conquista spazi al mare. Le bocche sono le tante diramazioni del delta. Aperture sulla costa per risalire fiumi e canali. Per chi proviene dal mare sono ingressi importanti per la navigazione delle acque interne.

Delta del Po Bocche del Faro di Pila dall'elicottero (foto aerea)

Delta del Po dal cielo, Bocche del Faro di Pila / Luca Tamagnini Catalogo 1990-015

Le bocche del Po

Sono diverse le bocche del Po e nei secoli hanno avuto tante diverse collocazioni. Collegamenti alle terre interne della grande Pianura Padana. Il Mediterraneo è entrato in questi immensi territori e li ha resi splendenti e floridi come non mai. La Pianura Padana non avrebbe avuto uno sviluppo così straordinario se non fosse stata collegata al Mediterraneo attraverso una rete capillare di vie d’acqua. Oggi solo Venezia sfrutta le vie liquide. Tutte le altre città della Pianura Padana hanno ferrovie e autostrade come vie di trasporto. Ma prima della Rivoluzione Industriale, canali e fiumi le collegavano tra loro e permettevano una buona mobilità delle proprie merci e non solo. Anche Milano, lontanissima dal Delta del Po, era collegata al mare da “navigli” ed affluenti del Po.

La scoperta del mare

La rinascita italiana, dopo i secoli bui causati dal crollo dell’Impero Romano, non ha una data precisa ma è coincisa con la riscoperta del mare da parte di popolazioni che si erano rifugiate nelle grandi lagune costiere dell’Adriatico. Venezia è nata così, lo sanno tutti, su una piccola isola della Laguna Veneta. I sopravvissuti alle invasioni barbariche, scoprirono il mare e dal mare trassero la loro fortuna.

Ferrara

Un altra città, Ferrara, nacque e si sviluppò come Venezia, grazie alla sua posizione tra canali, lagune e il mare. Nel 1100 il Po le passava molto vicino. Ferrara aveva un porto fluviale molto importante. Il Delta del Po si trovava più a sud, dove ora ci sono le Valli di Comacchio. Poi nel 1500 le cose cambiarono, il Delta del Po, si spostò. La causa pare sia stato un terremoto che sconvolse l’assetto di queste terre. In un bell’articolo di Paolo Rumiz su La Repubblica (2015), ho letto di un terremoto che nel 1570 scosse tutto il territorio di Ferrara.

Una nuova teoria

Paolo Rumiz parla di un articolo scientifico che due sismologi italiani hanno pubblicato su una rivista scientifica prestigiosa, il Journal of Geophysical Research. Si tratta della scoperta delle vere cause del cambiamento dell’assetto idrologico del Po. L’evento sismico del 1570 alzò di pochi centimetri il territorio di Ferrara. Il braccio principale del Po abbandonò velocemente Ferrara. Il Po deviò per andare in quello che è il suo letto attuale. Per Ferrara fu una catastrofe, il suo porto perse la navigabilità. Fu un periodo di grandi opere nel ferrarese. Nuovi canali, chiaviche e bonifiche per avere un nuovo porto più vicino al mare. Ma furono tutti lavori vani.

Il Delta del Po più a nord

Il nuovo corso del Po si spostò verso Nord. I veneziani diedero la colpa ai ferraresi per aver distaccato dal Po un ramo importante. Il Delta si avvicinò molto alla Laguna Veneta. Venezia dovette intervenire per evitare l’interramento della Bocca di Chioggia. Una situazione che avrebbe potuto coinvolgere anche l’accesso in laguna di Malamocco.

Taglio di Porto Viro

Anche il fiume Adige fu coinvolto. L’assetto idrografico si era fatto instabile. Le prime piene dei fiumi avrebbero potuto provocare eventi catastrofici. Le piene sono sempre state dei fenomeni dalle conseguenze imprevedibili che i veneziani hanno sempre saputo gestire. Nella loro lunga storia lagunare gestire le acque le ha sempre concesso un’esistenza simbiotica in questi habitat liquidi. I veneziani, dopo trentanni di studi, decisero di intervenire ed iniziarono i lavori per la realizzazione di un canale. Una grande opera idraulica che è conosciuta con il nome di “Taglio di Porto Viro”(1600-1604).

Valli di Comacchio

Oggi il Delta è molto avanzato, ha conquistato al mare immense estensioni di terre e lagune. Bonifiche del biennio fascista hanno ridotto di molto la zone lagunari e paludose. Ho un’altra fotografia scattata dal cielo, sempre nel 1990, di questi immensi territori ricoperti dall’acqua: le Saline di Comacchio. Siamo ancora all’interno del Parco del Delta del Po, ma in quello dell’Emilia Romagna. Le Saline non sono più produttive. Nel 1985 il Ministero delle Finanze chiuse la Salina di Comacchio perché non più remunerativa.

Parco del Delta del Po - Saline di Comacchio 1990 - Fotografia di Luca Tamagnini

Parco del Delta del Po – Saline di Comacchio 1990 – Fotografia di Luca Tamagnini

Il sale del Delta

La produzione ed il commercio del sale ha una storia lunga in questi territori del Delta del Po. L’acqua del mare veniva convogliata in canali e fatta evaporare in “valli” poco profonde. Il sale, così prodotto, era poi pronto, grazie al Po, per essere trasportato e venduto ovunque nella Pianura Padana. Il primo documento che parla del commercio di sale è del 715 d.C. Un documento del Re longobardo di allora che fissava i dazi all’importazione del sale di Comacchio e concedeva l’accesso agli scali del Po. Il prezioso sale era anche usato come moneta di scambio. I dazi si pagavano anche con tributi in sale.

Conflitti per il sale

Anche Venezia aveva le sue saline a Chioggia. La concorrenza di Comacchio era intollerabile per Venezia. Per avere l’egemonia del commercio del sale distrusse Comacchio e le sue saline. Questo succedeva nel 932. Per diversi secoli Comacchio continuò a produrre e vendere il sale di nascosto. Un contrabbando che Venezia cercò in tutti modi di annientare. Con l’arrivo degli Estensi a Comacchio e Ferrara, i conflitti per il commercio del sale con Venezia sfociarono in guerra. La grande stirpe estense farà di Ferrara una capitale rinascimento molto ricca e temuta. Ma la loro forza non fu sufficiente a vincere il monopolio del sale di Venezia. Ci fu una guerra che Ferrara e gli Estensi persero. Gli storici l’hanno chiamata la “guerra del sale” (1482-83).

Il sale dei Papi e di Napoleone

Quando agli Estensi subentrano i Papi (1598) lo stato pontificio rimise in moto la produzione del sale nelle Valli di Comacchio. Passa un secolo e torna il declino. Nel 700 quasi non si ha più traccia delle saline di Comacchio. Poi nell’ottocento sarà Napoleone a ricostruirle e a rimetterle in produzione con il lavoro di 3000 soldati. Le saline di Napoleone sono quelle giunte fino a noi.

Paesaggi costieri del Delta

I paesaggi costieri del Delta del Po e delle Valli di Comacchio sono sempre in continua evoluzione. Immense paludi e terre piatte sono disegnate, tagliate da canali tortuosi, quando è la natura a crearli. Ma sono tante anche le linee rette dei canali artificiali. Un labirinto, sia per chi lo naviga e sia per chi lo percorre per vie stradali. La linea di costa vista dal cielo è l’unico riferimento che mi rassicura, un confine netto tra i due mondi liquidi.

Metamorfosi continua

Fra qualche decennio, alla prossima piena del Po o dopo una forte mareggiata, potrebbe questa linea di costa svanire per ricrearsi altrove. Il Delta del Po condiziona tutto questo grande tratto di costa, da Ravenna a Chioggia, un paesaggio costiero in continua metamorfosi. Mi piacerebbe volare oggi sul Delta del Po e magari tornare sullo lo stesso punto di quota e di vista della foto che ho scattato quasi trent’anni fa.

Due paesaggi a confronto

In realtà mi è bastato aprire Google Maps ed andare con la visione satellitare sul Delta del Po e fissare con uno “screenshot” l’immagine dello schermo. Ed ecco qui sotto i due paesaggi.

Delta del Po 1990 - Fotografia di Luca Tamagnini

Delta del Po 1990 – Fotografia di Luca Tamagnini


Delta del Po 2019 - Dal satellite di Google Maps - © 2019 Google

Delta del Po 2019 – Dal satellite di Google Maps – © 2019 Google


Il faro di Punta Maestra è l’unico punto di riferimento che aiuta il confronto. I paesaggio oggi è molto cambiato, il Po è avanzato. Quanto materiale è riuscito a trasportare e depositare in trent’anni.

Sedimenti e biomasse

Una grande bocca che vomita di tutto, non solo sedimenti. L’inquinamento è sempre in agguato. Ma il dono più importante è l’immissione di enormi quantità di biomasse. Le biomasse sono sedimenti vivi, indispensabili alla catena alimentare marina dell’Adriatico. Le biomasse contenute nella terra che l’acqua erode e porta con sé nei fiumi sono principalmente batteri. Un flusso organico biologico che concima il mare, non lo avvelena. Purtroppo negli ultimi decenni altre sostanze, emesse dalle produzioni industriali, minacciano l’ecosistema. Ma devo essere positivo. Qualche anno fa avevano dato per spacciato il Mediterraneo. La coscienza ecologica è cambiata, tanto è stato fatto e ancora tanto bisogna fare. Depuratori e trattamenti industriali purificano le acque delle città e delle fabbriche già da diversi anni.

Una meta d’autunno

Oggi i bacini abbandonati delle Saline di Comacchio sono diventati gli habitat ideali per tante specie di uccelli. I fenicotteri sono lo spettacolo più bello delle saline. Il Delta del Po cambia sempre e ha sempre qualche bella sorpresa da offrire. Finita l’estate inizia il tempo dei miei peripli italiani ed il Delta del Po è un pò che non lo frequento. Sarà sicuramente una mia meta d’autunno.
[LUCA TAMAGNINI] 3 settembre 2019


Link al sito della casa editrice del libro fotografico di Luca Tamagnini: ITALIA PAESAGGIO COSTIERO


Dove mi sono documentato per scrivere questo articolo

Articolo di Paolo Rumiz : Quel terremoto che quattro secoli fa rivoluzionò il corso del Po – la Repubblica.it – 2015/08/09

Taglio del Po: parchideltapo.it

Saline di Comacchio: salinadicomacchio.it

Parco del Delta del Po: parcodeltapo.it


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