Folco Quilici
Alcune sue foto tra ammirazione, nostalgia e affetto
Folco Quilici ci ha lasciati, (24 febbraio 2018 ) avrebbe compiuto 88 anni fra un mese. Non si è mai pronti quando una persona cara ci lascia. Le foto che lo ritraggono ora hanno un sapore diverso. Prima suscitavano nostalgia di momenti passati insieme in luoghi meravigliosi, ora la nostalgia si è trasformata in dolore… ho tante foto che ho fatto a Folco, scatti che vorrei qui pubblicare per vincere la tristezza e tornare a pensarlo come l’ho ritratto in queste foto: allegro, concentrato, scherzoso, impegnato … o rilassato con il suo adorato bassotto, nel giardino della sua casa in Umbria.
Caro Folco mi manchi.
Con Folco Quilici si facevano un sacco di cose in giro per il mondo … si volava, ci si immergeva, si illuminavano opere d’arte, si correva dietro a tutto quello che in un viaggio c’era da riprendere e si scattavano tante foto per tornare a casa con tanti rulli da sviluppare.
Devo molto a Folco, mi ha insegnato tante cose, ma credo che il suo amore per i libri, per la lettura, sia stata la passione più importante che è riuscito a trasmettermi.
Folco aveva sempre libri bellissimi da consigliare, le librerie di casa sua e del suo studio straripavano di ogni genere di pubblicazione: libri d’arte, grandi volumi fotografici, piccole guide turistiche, saggi, romanzi, e tante riviste illustrate.
Ho letto tanto grazie a lui e stargli vicino era come vivere in una biblioteca. Le sue recensioni erano: “… ho appena finito di leggere questo libro bellissimo … devi assolutamente leggerlo…” e ti passava il “breviario” di Predrag Matvejevic ancora sconosciuto o, solo pochi anni fa, il saggio di Stephen Greenblatt “Il manoscritto” premio Pulitzer 2012.
Libri bellissimi che se non fosse stato per lui non avrei mai letto.
Quando ero molto giovane mi fece appassionare alla Fantascienza, quella soprattutto di Isac Asimov, ai suoi robot, alla trilogia del Ciclo della Fondazione. Era la fine degli anni 70, allora Folco era molto legato allo storico francese Fernand Braudel. Aveva da poco finito di produrre e girare la meravigliosa serie televisiva “Mediterraneo”. Una grande produzione Francia-Italia che durò diversi anni. Vennero coinvolti studiosi di primissimo piano. Braudel aveva creato questa squadra italo-francese e Folco si era trovato molto bene a lavorare con lui. Una volta mi disse che era meravigliato di come studiava la storia Braudel, delle sue “onde lunghe della storia” e mi spiegò il loro fascino. Sarà che stavo leggendo Asimov, sarà che tutto il ciclo della Fondazione girava intorno a degli storici che avevano previsto secoli e secoli di eventi galattici, che andai ad informarmi all’università se esisteva un corso accademico di storia come quello di Braudel a Parigi.
Dalle profondità del mare alle onde lunghe di Braudel, Folco cambiò “oceano”, aveva trovato un “settimo continente” da esplorare ed indagare: come si generano le identità culturali? Come nascono i movimenti artistici? Arte, archeologia, economia, religioni … diventarono per Folco i nuovi abissi nei quali immergersi e le onde lunghe della storia potevano essere cavalcate e splendidamente interpretate in tanti suoi lavori.
Mi sembra così assurdo parlare di lui come di una persona che non c’è più.
Caro Folco ed ora da chi vado a farmi incoraggiare? E come farò a chiudere il grande progetto al quale sto lavorando da due anni senza avere più i tuoi preziosi consigli?
Per questo progetto, negli ultimi tempi sono stato molto in giro, impegnato e teso dietro a problemi logistici, economici, creativi. Man mano che il libro si componeva, grazie al mio iPad ho fatto vedere a Folco molte pagine del libro che stavo costruendo. Poi è peggiorato e non riusciva più a parlare e se lo faceva era con grande fatica. Dei posti che gli facevo vedere nelle foto, molti erano scatti fatti insieme. La sua memoria era prodigiosa, l’età non l’aveva minimamente indebolita. Ma tutto il resto del corpo si andava lentamente sgretolando. Vederlo spegnersi così è stato molto doloroso e difficile da sopportare.
Le foto che qui pubblico sono per me ricordi molto belli, il suo immenso archivio fotografico è un album della memoria del mondo, così come lo era lui, con le sue parole, ogni volta che tornava da un viaggio.
Alcuni articoli che ricordano Folco Quilici
Ecco un elenco di alcuni suoi lavori che trattano di storia, arte, economia, religione, antropologia, etnografia, ecc.
Mediterraneo (1971/1976), I Mari dell’uomo (1971/1974), L’Uomo Europeo (1976/1979), Festa Barocca (1980/1982), La Grande Époque (1984/1985), Il Rischio e l’Obbedienza (1991/1992), Archivi del Tempo (1980/1984), L’Avventura e la Scoperta (1984/1992), Viaggi nella Storia (1988/1992). (dal sito di Folco Quilici)