Lo spettacolo del paesaggio costiero italiano

La nostra penisola, con le sue grandi e piccole isole, è uno spettacolo costiero tra i più belli al mondo, anche perché a volte le opere degli uomini si sono inserite nel paesaggio con armonia e bellezza. Piccole torri saracene o città come Venezia sono state edificate nei secoli in un contesto completamente diverso da come oggi si percepisce il paesaggio.

Foto Mare Sicilia. Isole Eolie Isola di Stromboli dal cielo

Isole Eolie, Isola di Stromboli dal cielo / Luca Tamagnini Catalogo 1987-004


Allora il mare e la costa erano una linea di confine, una frontiera. Luoghi come la Laguna Veneta sono stati spazi estremi, il suo popolamento un incredibile adattamento. Altri uomini italiani, di Amalfi e di Genova hanno dovuto adattarsi a terre verticali. In alcuni tratti costieri della Liguria come le Cinque Terre, le montagne a picco sul mare sono state quasi completamente terrazzate, paesaggi costieri dove è difficile definire i confini tra natura e opera dell’uomo.

Le Cinque Terre erano gli approdi e le cantine da dove far partire il loro vino in tutta Europa fin dal Medioevo. Contadini, mercanti e marinai; sulla costa ognuno dipendeva dall’altro. Amalfi, Pisa, Genova, Venezia, hanno riscoperto il mare come via d’acqua ed innescato la miccia di una grande rivoluzione economica che farà collassare il modello feudale. Da questi lidi la scintilla divamperà in incendio. Le città mercantili italiane nasceranno e si svilupperanno grazie a questo nuovo modello sociale ed economico. Un passaggio decisivo per la storia europea e mondiale, perché è l’inizio dell’era moderna. In questi ultimi cinquanta anni la mercificazione dei territori, il degrado di molti tratti costieri della nostra penisola, sono per noi italiani una colpa gravissima. La mia coscienza ecologica, anche nell’estasi estetica e contemplativa di un bel paesaggio costiero, mi tormenta sempre.

La costa è il luogo prediletto su cui costruire grandi impianti, ai quali connettere via mare unità cariche di energia trasportabile. Raffinerie, centrali termoelettriche, rigassificatori. I porti commerciali sono diventati hub tecnologici che muovono grandi numeri di container ogni giorno. Ma la vera novità di questi ultimi anni è il traffico passeggeri. Gigantesche navi da crociera non hanno sufficiente spazio per accedere alle nostre città. Sbarcano una moltitudine di turisti provenienti da tutto il mondo, durante tutto l’anno.

I porti si stanno attrezzando per ritornare ad essere più vivibili, più a dimensione umana. Salerno il prossimo anno avrà il lungomare completamente rinnovato e forse diverrà uno dei più belli d’Italia. Molte città sul mare, grazie a questo modo di viaggiare, devono trasformare i loro porti e le loro banchine per accogliere le persone, non solo i container. Devono ritornare ad essere vivibili come lo erano secoli fa, luoghi nei quali uomini e donne provenienti da tutto il Mediterraneo si incontravano, comunicavano e lavoravano insieme.

Una grande sfida, per riportare il mare nel paesaggio urbano. E mentre aspetto che le città di mare tornino ad amare il mare, vago per coste che hanno ancora un paesaggio mediterraneo delle origini, dove ancora una natura primordiale possa avere Ulisse e i primi colonizzatori greci e fenici sullo sfondo. Sbarcare dal mare, mettere il piede a terra, ha il sapore del viaggio antico, conserva ancora qualcosa di letterario e poetico. La luce e il vento disegnano e muovono il mare e il cielo. Fotografo seguendo i segni dell’uomo e le forme della natura.

La costa italiana mediterranea è una linea ideale, che ha lasciato tracce di ere geologiche antichissime e ferite moderne senza senso. Sono tanti i luoghi a cui sono affezionato che fotografo e continuo a frequentare: le coste del sud Sardegna, Siracusa e la sua costa fino a Portopalo, il Gargano e le Tremiti, Capri, Positano, Ventotene e Ponza, Portovenere e le Cinque Terre, il Monte Conero vicino Ancona, Portofino e Camogli. Sono paesaggi del mio paese non molto lontani da casa. Posso tornarci quando voglio. L’unica questione è come li ritrovo. Una forte mareggiata, un nuovo stabilimento balneare o il restauro del rudere di una torre, son varianti possibili che nel bene o nel male possono alterarne l’equilibrio estetico.

Ma il mare è sempre lì, con il suo orizzonte dalla sostanza immutabile nei millenni. Le mie foto sono anche questo, bisogno di eternità, di fissare nella memoria qualcosa a cui appartenere. Appartengo a questi paesaggi e le fotografie sono solo il processo che lo rende possibile. [LUCA TAMAGNINI]


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